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Proposta 23

Darsena di Città 2011

Oggi, osservando l'acqua della cosiddetta “darsena di città”, non si ha la percezione che si tratti della radice di un grande porto, né della sorgente di un grande fiume. Sostanzialmente appare come una presenza sorprendente quanto inutile, nella zona est della città. In effetti, è il mare, anche storicamente parlando che a Ravenna entra nel centro della città (non così a Forlì, Modena e Bologna, Ferrara...). In sostanza stiamo parlando di un bacino d’acqua portuale, dove scaricano alcune fogne della città; Ravenna come altre città italiane, ha una rete di sole fogne nere. In tale situazione non sarebbe sorprendente accorgersi che questo specchio d'acqua anonimo, che pur c'è, sia costantemente posposto almeno concettualmente all’edilizia dei grandi volumi, che è quella più vocata dalla mentalità globale di ridurre sempre più il non edificato. Per evitare di perdere questo specchio residuo del mare, occorre valorizzarlo e quindi caratterizzarne la presenza.

 

Secondo il mio parere non è praticabile immettere in questa darsena il traffico portuale di un grande porto commerciale e industriale come il nostro. Lo sviluppo del porto è in costante crescita. I vettori sono di tonnellaggio sempre maggiore. Il porto si può approfondire come di solito accade, ma non allargare. Se si tiene conto di quanto risultò dallo studio sulle manovre navali nella curva della Baiona, l'inframettenza di una percorrenza promiscua fra traffico marittimo e turistico sarebbe molto delicata.

 

D'altra parte è certo che la fruibilità del canale non può essere interrotta, per cui si può pensare di mantenere la continuità dell'acqua tra foce e “sorgente” imponendo che (in prossimità della darsena di città) una rotta serva per il transito di un mezzo pubblico a garanzia della sicurezza.

 

Ancora si è notato che nella via Magazzini Anteriori i pedoni di fatto danno il passo alle vetture, al contrario la via Magazzini Posteriori è disordinatamente pedonale; lambisce l’Almajià e termina sul lungo darsena destro pedonale.

 

Anche sulla riva sinistra sta nascendo un percorso pedonale e ciclabile nel retro banchina.

 

Viene così spontaneo pensare di non interrompere sull’acqua i percorsi pedonali e ciclabili dando loro una continuità tra sponda destra e sinistra a mezzo di un ponte pedonale e ciclabile. Si pensa che questa opera possa partire in prosecuzione della via Perilli che trova sull’altra sponda la via Teodorico. Nasce così un percorso utile anche turisticamente parlando. Si tratta di un manufatto con una luce dell’ordine dei 150 metri con un pilone centrale, sdoppiato, di grande altezza. Sarà da caratterizzare come un faro, potrà ospitare le tecnologie correnti in tale installazione e illuminare la zona darsena. Il ponte sarà strallato, e potrà anche coprirsi con materiali leggeri, segnerà il confine oltre al quale lo specchio d’acqua a monte potrà servire alla pesca sportiva (la federazione sportiva per la pesca è quella che ha il maggior numero d’iscritti fra tutte le federazioni) e a valle, cioè verso est, delimiterà la navigabilità, seppur minima, di cui si è fatto cenno. Questa opera sarebbe una tangibile testimonianza del confine tra la città e il mare.

 

 

 

Dott. Ing. Luigi Marchetti

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