LA RIGENERAZIONE URBANA

Uno degli elementi fondamentali del nuovo PUG è il concetto di Rigenerazione Urbana, come indicato dalla Legge Regionale urbanistica n.24/2017. Viene spesso confusa con il termine riqualificazione, ma è uno strumento ben più complesso: l’intervento infatti non riguarda solamente uno spazio fisico o un edificio, ma prende in esame e agisce su aspetti sociali, culturali, economici e quindi identitari dell’area di applicazione.

CENNI STORICI

In tutta l’Europa di fine ‘800, gli urbanisti dovettero trovare soluzioni alle nuove modalità di vita causate dal progresso che da quel momento – fino ai giorni nostri – è in continua e veloce evoluzione.

Se fino a quel periodo storico, infatti, le due facce di una città – quella fisica fatta di edifici e di strade che il sociologo Richard Sennett chiama “ville”e quella immateriale fatta dalle persone e da come essi la vivono definita “cité” – erano pressoché coincidenti, con la modernità e i grandi cambiamenti sociali da essa apportati, ville e cité iniziarono a distaccarsi l’una dall’altra; la prima non riuscendo a cogliere i repentini mutamenti della seconda, a volte ostacolandola, altre ignorandola.

La sfida dell’urbanesimo moderno è stata quindi capire e riportare sul piano fisico i mutamenti sociali della città e i primi tentativi di rigenerazione urbana vennero applicati proprio in questi contesti, con la speranza di tornare a fare dialogare ville e cité.

Successivamente, nella seconda metà del ‘900, tornò la necessità di adattare la città a un nuovo cambiamento: la ristrutturazione del sistema industriale e la crisi di interi reparti causarono la dismissione di diversi siti di produzione (e conseguentemente anche rami del terziario, infrastrutture, ecc), generando un’enorme quantità di “vuoti urbani” identificabili in impianti, edifici, interi quartieri abbandonati.

Infine, nella seconda parte degli anni 2000 iniziano a nascere esperienze di rigenerazione urbana in cui si integrano azioni, pratiche e progetti nati dall’inclusione dei bisogni della cittadinanza in visioni strategiche a lungo termine. Ed è proprio questo genere di pratiche che la L.R.24/2017 stimola le Amministrazioni Comunali a utilizzare: rigenerazione urbana quindi come strumento idoneo ad accogliere i cambiamenti sociali, economici e ambientali, adattando a essi il tessuto urbano e allo stesso tempo esprimendo al meglio le sue potenzialità e ricchezze.

PAROLE CHIAVE

PROCESSO – La rigenerazione urbana non è un progetto, bensì un processo, ovvero una costruzione di percorsi condivisi, sinergici e strutturati per la definizione di strategie di sviluppo a lungo termine

GOVERNANCE – Prevede il passaggio da una gestione tecnica dei singoli interventi ad una governance collaborativa che integri una visione strategica della città con le caratteristiche del luogo, l’intero quadro degli strumenti di pianificazione dell’amministrazione (quindi non solo in materia urbanistica) e le persone che ci vivono

PARTECIPAZIONE E INCLUSIONE – Coinvolge durante la fase stessa di progettazione tutte le persone interessate a qualsiasi titolo a quel luogo, indipendentemente dall’estrazione sociale o etnica: in primis i cittadini che attualmente abitano la città o che la vivono (recandovisi per lavoro o per studio, per esempio), gli attori economici che vi operano, gli operatori sociali e culturali, i tecnici e gli amministratori locali ecc. Anche nella fase attuativa il loro coinvolgimento è molto importante.

RIUSO – Mantiene gli edifici esistenti come perseveranza della memoria di un luogo per applicarvi nuovi utilizzi, dando quindi spazio alle nuove necessità degli abitanti della città. In questo modo, riduce inoltre il consumo di suolo

INNOVAZIONE – Mette in pratica tecniche innovative di progettazione che possano adattarsi e fare fronte ai cambiamenti sociali e climatici e che producano esempi concreti sul campo, mostrando agli abitanti e agli stakeholders le idee progettate

SOSTENIBILITA’ – Le azioni previste in un progetto di rigenerazione urbana devono essere sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico

ECO-SISTEMA – Non deve essere un sistema chiuso, ma deve accettare e prevedere la possibilità di accogliere ulteriori cambiamenti che inevitabilmente una città si troverà ad affrontare, per mantenere qualità e ricchezza della vita urbana.

Infine, è bene notare che azioni di rigenerazione urbana possono essere intraprese dalle Amministrazioni locali a diverso livello, ma che anche i singoli cittadini, associazioni o imprese ne possono essere ispiratori o agenti essi stessi, in un’ottica di cittadinanza attiva e democrazia dal basso.

Sara Gini

Per approfondire:
Richard Sennett, Costruire e Abitare, Feltrinelli , 2018
Henri Lefebvre, Il diritto alla città, Ombre Corte, 2014