Pluriverso di genere

Il progetto “Pluriverso di genere” rientra fra le buone pratiche educative e formative attuate dal Comune di Ravenna con il preciso intendimento di promuovere una cultura di genere cominciando dalle giovani generazioni. Fino all’anno 2020 il lavoro si svolgeva nell’ambito scolastico, ma dall’anno 2021,  in seguito alla pandemia, si è colta l’opportunità di coinvolgere l’ambito sportivo che è uno di quei contesti dove spesso possono manifestarsi stereotipi e pregiudizi legati al genere.

Obiettivi del percorso:  incentivare azioni a favore delle pari opportunità tra ogni genere nello sport, e anche quello di porre le basi per promuovere e divulgare “Olympia” – la Carta europea dei diritti delle donne nello sport con un’opera tesa alla sensibilizzazione della società civile riguardo ai temi in essa affrontati.

Il percorso di sensibilizzazione è stato realizzato attraverso un calendario di incontri (su piattaforma Zoom) con testimonial sportivi e referenti di associazioni sportive, giornalisti, mondo accademico, psicologi e referenti istituzionali, primariamente indirizzato a figure operative del mondo sportivo, docenti della scuola e figure dell’associazionismo, con l’obiettivo di fornire conoscenze e strumenti per analizzare e intervenire nelle questioni di genere nel contesto delle attività motorie/sportive.

Comunque aperto alla cittadinanza.

Si è dato spazio alle voci dal territorio, a chi vive lo sport e a chi vorrebbe viverlo maggiormente e più equamente, raccogliendo proposte per un contesto più accessibile, inclusivo ed equo.perché il processo di cambiamento sia partecipato, adeguato alle esigenze specifiche della comunità, trasversale a tutte le componenti del tessuto sociale. Il lavoro che è stato fatto è importante  per trovare spunti di confronto in una ottica di accoglienza delle differenze viste come risorsa,  per promuovere la inclusività sociale e di genere nelle attività motorie, considerando anche le prospettive culturali e le disabilità, per creare condizioni di pari opportunità nell’ accesso  alle attività motorie e per individuare e mettere in discussione gli stereotipi di genere (incluso il linguaggio) che ostacolano la concezione del benessere fisico, dell’inclusione e dell’accessibilità alla cultura del movimento