12 Ottobre 2020

80.405 euro incassati dall’imposta di soggiorno trattenuti da un consigliere comunale indebitamente

di Alvaro Ancisi

Interrogazione al sindaco di Ravenna
(con richiesta di risposta in Consiglio comunale)

80.405 EURO INCASSATI DALL’IMPOSTA DI SOGGIORNO
TRATTENUTI DA UN CONSIGLIERE COMUNALE INDEBITAMENTE

INCOMPATIBILITÀ CON LA CARICA

Maurizio Bucci era tenuto per legge, in quanto titolare di quattro imprese alberghiere attive a Ravenna, a versare, trimestre per trimestre, nelle casse del Comune di Ravenna le somme incassate da tali attività per l’imposta di soggiorno – istituita dall’ente nel 2013 – versata a loro dai propri clienti.
Dal 1° ottobre 2015 e almeno fino al 31 dicembre 2017, egli smise però di farlo per tre delle sue attività, così appropriandosi indebitamente di 80.405,56 euro, sottratti alle casse del Comune. Ciò non è evidentemente avvenuto all’insaputa del responsabile degli uffici finanziari del Comune, tenuto a vigilare sulle entrate che non arrivano, specie per somme di tale entità, rendendone poi edotto il sindaco o chi per lui.
Maurizio Bucci però, a differenza di tutti gli altri albergatori nel medesimo stato di insolvenza, è stato ininterrottamente amministratore del Comune stesso, in qualità di consigliere comunale, già da prima del 2013 e fino al 17 maggio 2017, trovandosi, in questo intero prolungato lasso di tempo, nella condizione di incompatibilità con la propria carica, così disposta dalla legge: “Non può ricoprire la carica di consigliere comunale colui che, avendo un debito liquido ed esigibile verso il comune, è stato legalmente messo in mora”.
Il Sindaco avrebbe avuto tutto l’interesse e il dovere di far sì che il proprio infedele collega amministratore del Comune fosse messo legalmente in mora già dal primo mancato versamento del 3° trimestre 2015, in modo da evitare che compisse ulteriori perniciose inadempienze, ma anche per sollevarlo dalla condizione di ostaggio politico, sottoposto alla spada di Damocle di essere rimosso dalla sua pubblica funzione. Ma la messa in mora è stata fatta, per le tre attività in questione, solo tra il 20 e il 31 luglio 2018, oltre un anno dopo che Bucci si era dimesso da consigliere comunale per lasciare il posto ad una scalpitante candidata della sua lista non eletta dalla cittadinanza.
Si chiede al sindaco attuale, in carica dal 21 giugno 2016, come giustifica i fatti non edificanti di cui sopra.

DOVEROSA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO

La vicenda è stata mantenuta sconosciuta alla cittadinanza e al consiglio comunale stesso fino al 4 ottobre scorso, quando è stata pubblicata dalla stampa locale e anche da quella regionale e nazionale a causa dell’Agenzia ANSA, per il fatto che l’ex consigliere comunale coinvoltovi, oltretutto candidato sindaco nel 2016, era stato rinviato a giudizio penale per quei medesimi comportamenti, con udienza preliminare fissata per il 1° dicembre 2020. In vista di questa, la Giunta comunale ha dichiarato alla stampa che il Comune non si sarebbe costituito in giudizio, in tal modo trascurando il grave danno di immagine subìto dall’amministrazione comunale stessa a mezzo degli organi d’informazione pubblica di ogni genere e per ogni latitudine.
Non risultando che questa decisione sia stata deliberata, si chiede al sindaco se intende invece proporre alla sua Giunta di disporre l’assolutamente doverosa costituzione in giudizio nel procedimento penale di cui sopra.

Alvaro Ancisi
(capogruppo di Lista per Ravenna)