22 Febbraio 2021

Interrogazione – Scuola: così non va

Emanuele Panizza – capogruppo Gruppo Misto

Un paio di settimane fa ho ricevuto la lettera qui allegata da parte di un gruppo di genitori di studenti che frequentano la scuola media Don Minzoni.

La missiva denuncia uno stato di profondo disagio sull’utilizzo delle nuove modalità di comunicazione studenti/insegnanti/genitori.

Ho fatto una breve indagine per verificare se le stesse problematiche fossero presenti anche in altri istituti. Il risultato è che più o meno il problema è generalizzato.

Un’altra problematica degna di nota è che una scuola che ha dovuto attivare la dad in quanto era risultato positivo un alunno; una volta che quasi tutti gli studenti di quella classe sono tornati in presenza, essendo risultati negativi al tampone, non l’ha mantenuta per quello/quegli studenti che sono rimasti confinati a casa in quarantena, avendo rifiutato di fare il tampone. 

È evidente che i genitori di questi ragazzi non potevano rischiare di stare a casa dal lavoro, ma al di là delle motivazioni ciò non giustifica l’operato della scuola. Ad esempio un istituto di Lido Adriano, per un caso analogo, ha attivato la dad anche per un solo studente, com’è giusto che sia.

Ho chiesto anche il parere di una psicologa dell’infanzia 0-18, la quale mi ha confermato che la situazione che studenti e genitori vivono quotidianamente, già di per sé estremamente pesante e critica, fa sì che basti poco per creare ulteriore tensione e stress. Anche lei è concorde che la richiesta dei genitori è assolutamente legittima ed è necessario intervenire. Alcuni genitori hanno notato che ogni qualvolta ricevevano un messaggio sul loro telefono, non avendone uno personale i figli, quest’ultimi si preoccupavano subito di verificare che non fosse la scuola. Non ci vuole uno psicologo per capire che tutto ciò è profondamente sbagliato e pericoloso per la salute psicofisica di ragazzi così giovani.

Non molto tempo fa avevo anche fatto presente la problematica degli zaini troppo pesanti, non potendo lasciare i testi scolastici a scuola nel rispetto dei protocolli Covid. 

Data la sensibilità del tema e non volendo che potesse essere derubricato quale opportunismo elettorale, ho contattato direttamente l’ufficio locale competente del Ministero della Pubblica Istruzione perché intervenisse per sensibilizzare i vari dirigenti scolastici sulle problematiche evidenziate.

Purtroppo la risposta è stata in stile Ponzio Pilato, ossia di dire ai genitori di rivolgersi essi stessi ai loro referenti scolastici. Ma risulta evidente che o l’hanno già fatto, senza ottenere apprezzabili riscontri oppure non sono ‘psicologicamente’ in grado di farlo per svariate ragioni, considerato che si sono rivolti a me.

Nella sua funzione di primo responsabile della tutela della salute dei propri cittadini ed a tutela del loro diritto all’istruzione

CHIEDO AL SINDACO

d’intervenire in prima persona per chiedere che venga trovata una soluzione alle problematiche evidenziate:

– regolamentazione del dispositivo ‘classroom’ e/o altri assimilabili perché vengano utilizzati in giorni e orari predeterminati;

– attivazione della ‘dad’ anche solo per uno studente;

– apertura di uno ‘sportellò’ comunale a cui i genitori possano rivolgersi per denunciare le varie criticità in ambito scolastico che si interfacci con il provveditorato agli studi locale.