03 Aprile 2023

Odg “PER LA CANDIDATURA DEL BALLO LISCIO COME PATRIMONIO DELL’UMANITA’ TUTELATO DALL’UNESCO”

Daniele Perini
Massimo Cameliani
Chiara Francesconi
Francesca Impellizzeri
Giancarlo Schiano

guarda con favore alla risoluzione bipartisan, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Emilia – Romagna in data 01/03/2023, finalizzata a sostenere presso il Ministero della Cultura la candidatura del ballo liscio emiliano – romagnolo come patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’UNESCO e ad agevolare attraverso bandi, finanziamenti e iniziative culturali la diffusione del ballo liscio soprattutto tra i giovani e valorizzare il ballo liscio come patrimonio culturale del territorio emiliano-romagnolo attraverso i portali UEB ufficiali, sia informativi che turistici, della Regione Emilia – Romagna con la collaborazione degli enti locali.

Questa risoluzione segue l’atto di indirizzo politico della scorsa legislatura sul ballo folkloristico romagnolo e la candidatura è stata nuovamente avanzata da numerosi soggetti tra i quali artisti di valenza nazionale (Morgan, Renzo Arbore, Iva Zanicchi e numerosi altri). Su questa proposta, infine, vi è stato lo sforzo comune di molti sindaci del territorio, unitamente a varie altre istituzioni (l’Ente Tutela del Folklore Romagnolo, Bruno Malpassi della nota Scuola di Ballo di Ravenna, nonché il Mei – Meeting delle Etichette Indipendenti).

Nell’immaginario collettivo il liscio è sia un ballo da sala, sia il genere musicale che lo accompagna. Trae origine tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, anche se il nome “liscio” arriva molti decenni dopo, negli anni Settanta, poiché le case discografiche avevano la necessità di etichettare un genere che in quel periodo era diventato un fenomeno nazionale e a cui stava stretta la definizione “musica da ballo romagnola”. Il nome “liscio” descrive il modo in cui i piedi dei ballerini scivolano sulla pista, che veniva, infatti, spesso cosparsa di borotalco per agevolare i movimenti; in realtà per ballare il liscio, basato principalmente su danze tradizionali come la mazurca, la pola e il valzer, bisogna staccare spesso i piedi da terra.

Fondatore del genere Liscio è considerato Carlo Brighi, più noto come Zaclén (anatroccolo), tant’è che, ancora oggi, l’espressione Taca, Zaclén!, (attacca Zaclèn!) costituisce l’invito ai musicisti affinché inizino a suonare.

La prima balera, un grande salone adibito a pista da ballo con servizio bar, fu aperta proprio da Brighi nel 1910 a Bellaria: il Capannone Brighi, poi ribattezzato “Salone Brighi”.

Nei primi decenni del XX secolo, la musica da ballo romagnola subì un’ulteriore evoluzione: apparve il cantante. Il ruolo fu svolto inizialmente dallo strumentista che aveva la voce più gradevole. In seguito, le orchestre si avvalsero di specialisti. Secondo Casadei creò quella che si può considerare la formazione tipo del liscio prima maniera, caratterizzata da violino, clarinetto in do e sassofono come solisti e chitarra, basso e batteria come sezione ritmica.

Casadei fu autore di circa mille brani, tra cui il brano liscio forse più famoso nel mondo, “Romagna mia” del 1954.

Se Brighi ne fu un inventore, Secondo Casadei è stato senza dubbio il principale portavoce del Liscio.

Gli anni tra i Sessanta ei Settanta, furono quelli del successo popolare, arrivato grazie ad artisti come Secondo Casadei, l’orchestra Castellina – Pasi, le orchestre di Vittorio Borghesi e di Carlo Venturi, La Vera Romagna di Ivano Nicolucci e Franco Bergamini e soprattutto grazie a Raoul Casadei, il “Re del Liscio”, morto a 83 anni nella primavera del 2021.

Negli ultimi due decenni il liscio è stato sempre più considerato un genere un poco superato, a causa del mancato ricambio generazionale degli appassionati, oggi per lo più persone con più di 50 anni.

E’una musica che ha fatto parte della vita di generazioni di persone, le ha accompagnate nei momenti più belli e ha alleviato con la sua allegria e spensieratezza i momenti più difficili e tristi:

racchiude in sé sentimento e passione, fa parte della nostra cultura.

Il fenomeno Liscio è nato e si è sviluppato attraverso un molteplice intrecciarsi di processi storici, sociali e culturali che nelle nostre terre hanno visto entrare in scena vari protagonisti: braccianti, contadini, artigiani, operai commercianti e musicisti esclusi dal circuito professionale.

A partire dagli anni ’70, con l’arrivo di Raoul Casadei, il liscio diventa una realtà musicale capace di raggiungere il grande pubblico superando i confini nazionali, pur essendo nata in una dimensione non regionale ma, addirittura, provinciale e circoscritta in una specifica area geografica ed umana.

Il liscio, dichiara in più occasioni Raoul Casadei, è la musica semplice per le persone che dopo aver lavorato vogliono ballare, vogliono semplicemente divertirsi in un modo sì facile, ma non stupido. In questo senso il liscio è musica del popolo, fatta per il popolo.

Per tutte le ragioni ricordate:

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

  • a sostenere le iniziative della Regione Emilia – Romagna per il riconoscimento Unesco del Liscio quale esperienza originale oggi considerata fondante nella nostra cultura musicale popolare;
  • a considerare che tale riconoscimento, come opportunamente evidenziato nella risoluzione regionale, avrebbe una risonanza internazionale tale da garantire un ritorno di immagine, economico, culturale e turistico di grande impatto per la nostra terra, oltre alla grande opportunità di generare occupazione nel settore musicale, soprattutto per i giovani.

F.to: Daniele Perini            Capogruppo  comunale     “Lista de Pascale Sindaco