11 Luglio 2017

Il cavaliere di ferro: “La Bella Marina” omaggia Angelo Melandri

Angelo Melandri, artista, artigiano e marinaio. Sarà dedicato a lui il premio 2017 dell’associazione culturale “La Bella Marina” che gli dedicherà la mostra “Il cavaliere di ferro” che sarà allestita dal 14 luglio al 14 settembre a Marinara di Ravenna, presentata oggi in municipio.
L’esposizione, che si avvale della compartecipazione del Comune di Ravenna, del patrocinio della Camera di commercio e del supporto di realtà economiche del territorio, non sarà allestita in un unico ambiente, ma nelle vetrine e negli esercizi commerciali del Porto turistico di Marinara e in alcuni negozi e ristoranti in paese. Una esposizione “diffusa” per rendere omaggio ad un artista che ha voluto raccontare e testimoniare il suo tempo e il suo paese attraverso le sue opere in metallo a sbalzo, disegni e dipinti ad olio.

“E’ per noi motivo di orgoglio essere stati i primi ad accendere un riflettore sulle bellissime storie personali e professionali dei nostri concittadini – dichiara l’associazione -; a conferma di quanto sia fragile e sottile il senso di comunità e la conoscenza delle ricchezze del nostro paese. Siano esse l’ambiente, la storia, la biodiversità del nostro territorio fra acqua e terra, siano infine le persone”.
Per questo da alcuni anni “La Bella Marina” dedica il suo premio a propri concittadini.
2014 Jacopo Rivani – Direttore d’orchestra
2015 Micaela Grasso – Ballerina al teatro dell’Opera di Roma
2016 Lucia Vasini – Attrice
2017 Angelo Melandri (1921-1994) – Artista, artigiano e marinaio

“Salvaguardare la memoria non significa solo omaggiare un luogo, un evento o un personaggio – ha dichiarato l’assessora alla Cultura Elsa Signorino -. Vuole soprattutto essere un momento di crescita culturale e sociale. La mostra dedicata ad Angelo Melandri ha proprio questo duplice intento: far riscoprire una personalità valorizzano il suo legame con Marina di Ravenna e i suoi abitanti e proponendo ai tanti turisti il suo originale linguaggio descrittivo”.

Con l’esposizione dedicata delle opere di Angelo Melandri “La Bella Marina” intende far conoscere questo artista che ha raccontato una bellissima storia di Marina di Ravenna: quella di un uomo che è riuscito in modo creativo e intenso a esprimere la sua anima silenziosa e tormentata. Con il cuore e con le mani è riuscito a plasmare la materia fino a farne un velo sottile che ricopre e al tempo stesso disvela passione, tormento, dolore, sensualità. Artista silenzioso ma profondo, nel comunicarci questi sentimenti ci riporta alla sua infanzia, al suo paese, al mare, alla guerra, alla ribellione contro l’industrializzazione selvaggia che ha cancellato la natura. Calando così un metallico sudario sul “deserto rosso” di una Ravenna degli anni ’70: una testimonianza critica sicuramente controcorrente e coraggiosa, per quei tempi.

L’inaugurazione, in piazza Marinara, il 14 luglio prevede alle 19 l’apertura dello gastronomico con le eccellenze del nostro territorio: pesce azzurro, piadina e i vini della Fattoria Zerbina che per l’occasione ha creato una nuova etichetta con immagini delle opere della mostra; alle 20,30 presentazione della mostra con interventi dell’assessora alla Cultura Elsa Signorino e di Gian Luca Tusini, professore di storia dell’arte contemporanea dell’Università di Bologna: alle 21,30, in anteprima per “La Bella Marina”, concerto Amarcord – Nino Rota e il cinema Ensemble Tempo Primo diretto da Jacopo Rivani, rielaborazioni musicali di G. Babbini e J. Rivani.
In settembre il progetto si concluderà con laboratori artistici, coordinati da Roberto Papetti, ispirati ai disegni e alle tecniche dell’artista. Un evento dedicato ai bambini che sarà una piccola festa del ritorno a scuola partendo dalla creatività e dalla fantasia.

Angelo Melandri nasce a Marina di Ravenna il 7 ottobre 1921; sin da adolescente sogna di fare il pittore, ma sono tempi difficili per chi, nel ventennio fascista, voleva esprimere il proprio talento fuori dai canoni del regime. Nel 1940 con lo scoppio della seconda guerra mondiale, appena ventenne, s’imbarca su una nave di scorta ai convogli nel Mediterraneo. Nel dopoguerra per il suo carattere e la sua forte personalità sceglie l’artigianato in proprio avviando un’officina di carpenteria metallica. Solo a trentacinque anni inizia finalmente a concretizzare la sua passione per l’arte con una tecnica tutta personale ed innovativa per l’epoca: la tecnica dello sbalzo su lastra di metallo. In vita non ha mai ricevuto molte soddisfazioni o riconoscimenti artistici, solo nel 1975 riesce a far esporre, con una donazione al Museo d’Arte Moderna di Bologna, la sua opera “Madre Universale”, ora visibile all’esterno della Fiera di Bologna. Toccanti le parole con le quali chiude la lettera, indirizzata al direttore della Galleria, con la quale chiede di poter esporre la sua scultura: “L’opera è stata esposta in una mia ultima personale a Ravenna. Lei la osservi o mandi un suo operatore esperto e se la ritenete degna di essere ospitata in galleria, io la dono volentieri perché vorrei che fosse un po’ di tutti. Mi scusi per il disturbo e cordialmente saluto”.

Con le sue opere, in particolare quelle tridimensionali a sbalzo su acciaio o rame, Angelo Melandri ci invita ad andare oltre l’apparenza, l’immediatamente visibile. Ci invita a lasciarci andare ad una suggestione profonda ed interiore, getta un ponte emozionale tra il visibile e l’invisibile, rappresentando il suo mondo, fatto di angosce, ricordi, paure e desideri. Un mondo scaturito anche dalle terribili esperienze di quando, appena ventenne, è imbarcato dal 1941 al 1945 sulla corvetta “C39 Artemide” e partecipa alla seconda guerra mondiale. La morte dei suoi compagni, gli attacchi alla sua nave da parte dei sommergibili e degli aerei segnano la sua giovinezza. Ritroviamo questi segni dell’anima nelle sue opere dove si fanno materia; essi sono resi visibili, nella lastra d’acciaio che l’autore martella pazientemente fino a farne uscire l’anima. Ecco che ai nostri occhi appaiono un volto, un corpo di donna, fabbriche, navi, la rappresentazione della morte.

Tuttavia il volto degli umani o degli animali è simbolico e mai compiuto, è interpretato, quasi arcaico. Non può sfuggire all’osservatore il potente contrasto tra le emozioni drammatiche trasmesse dal metallo e il corpo nudo e vitale della donna, tra la fragilità dell’essere umano e la forza spietata dell’acciaio. Emerge in rilievo un desiderio di difendere e salvare ciò che è naturale, innocente, vitale; l’immagine del cavaliere nella sua armatura di ferro, grazie alla sua forza evocativa e simbolica, condensa efficacemente i contrasti e le passioni dell’artista.
In una dichiarazione del 1975 Angelo Melandri così si esprime sul significato di arte: “L’arte non è una trasmissione di immagini, ma una trasmissioni di sensazioni, deve comunicare con l’osservatore; se ne esce un dialogo si è fatto l’arte”.

Anche nei quadri ad olio e nei disegni ritroviamo lo stesso linguaggio complesso, visionario e potente delle opere a sbalzo: ci viene sempre proposta una realtà che va oltre il visibile ed ha bisogno di essere indagata, approfondita, tradotta e interpretata. Forse è proprio quello che desiderava l’artista quando auspicava un “dialogo” tra l’artista e chi osserva l’opera. Ci piace pensare che sia proprio questa sollecitazione, silenziosa e intrigante, che Angelo Melandri avrebbe voluto trasmetterci. Vi invitiamo a cogliere questo stimolo e a trovare in voi stessi significati e sensazioni simbolicamente tracciati nel metallo, in modo da attraversare quel ponte tra il visibile e l’invisibile che questo artista ci mostra con le sue opere. J. Hillman nel suo libro “Il codice dell’anima” scrive che vi sono solo tre vie per gettare questi ponti: la matematica, la musica e soprattutto i miti. Opere come quelle di Angelo Melandri, che LA BELLA MARINA ha l’onore di rendere disponibili al grande pubblico, possono forse donarci una ulteriore opportunità, un’altra via, coglietela: Angelo ne sarebbe felice.

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