Il PNRR da vicino: come si articola Italia Domani

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Italia Domani, il PNRR italiano, indica come verranno allocati i fondi destinati all’Italia dalla componente del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza del Next Generation EU. Visto l’impatto che il piano avrà sul futuro del nostro Paese, è cruciale capire come è strutturato e a cosa mira Italia Domani. Ecco dunque un comodo riassunto di come l’Italia intende sfruttare l’occasione offerta dai fondi previsti da Next Generation EU.

Tre «assi strategici» e sei «missioni»

Recependo le tematiche indicate come prioritarie a livello europeo, la struttura del PNRR italiano si basa su tre «assi strategici», i cui obiettivi saranno trasversali a tutte le azioni realizzate nell’ambito di Italia Domani:

  • Digitalizzazione e innovazione: visto il ritardo che l’Italia manifesta in questo campo, la digitalizzazione e l’innovazione dei processi, prodotti e servizi dovranno essere centrali in tutti gli investimenti e le riforme pensate per la ripresa.
  • Transizione ecologica: in maniera altrettanto importante, le misure previste dal PNRR dovranno essere volte anche alla riduzione delle emissioni inquinanti, alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla minimizzazione dell’impatto ambientale.
  • Inclusione sociale: al fine di migliorare la coesione del Paese, la crescita economica e il superamento delle diseguaglianze, il PNRR dedicherà speciale attenzione al raggiungimento di una migliore inclusione sociale. Dunque la parità di genere, la valorizzazione dei giovani e il superamento dei divari territoriali saranno centrali nell’implementazione delle misure previste da Italia Domani.

Ma in quali ambiti si dispiegheranno gli investimenti e le riforme previste? Il governo italiano li ha raggruppati in sei «missioni», ognuna delle quali ha degli specifici obiettivi:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: fare in modo che tutta la popolazione e enti quali scuole, imprese e ospedali possano usufruire di connessione veloce entro il 2026; rilanciare il turismo e la cultura tramite un approccio digitale.
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: puntare sul potenziamento del riciclo, sulla riduzione delle perdite di acqua potabile, sull’incremento dell’efficienza energetica degli edifici, sulla ricerca volta a una maggiore sostenibilità.
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile: modernizzare e potenziare le ferrovie, riducendo i tempi delle tratte strategiche; investire sulla sostenibilità dei porti.
  • Istruzione e ricerca: rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e il settore della ricerca e del trasferimento tecnologico. A tal fine, creare 228mila nuovi posti in asili nido, trasformare 100mila classi in connected learning environments, creare 6mila nuovi dottorati.
  • Coesione e inclusione: facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, favorire l’inclusione sociale e rafforzare le politiche attive del lavoro, creando un programma nazionale per garantire l’occupabilità dei lavoratori, sostenendo l’imprenditorialità femminile, realizzando investimenti strutturali nelle Zone Economiche Speciali.
  • Salute: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari territoriali, garantendo a tutta la cittadinanza un accesso equo alle cure tramite la creazione di nuovi ospedali e nuove Centrali Operative Territoriali, potenziare l’assistenza domiciliare investendo in attrezzature per la diagnosi e la cura.

Tutto questo risulterebbe però difficile senza l’implementazione di alcune riforme chiave, volte all’alleggerimento degli oneri burocratici e alla rimozione dei vincoli che tuttora rallentano la realizzazione degli investimenti e, in generale, la modernizzazione del Paese. Assieme a svariati interventi di semplificazione orizzontali e a una serie di riforme pensate per promuovere la concorrenza, il governo italiano ha individuato come priorità la riforma della Pubblica amministrazione e quella della Giustizia.