PILOTTI Barbara

“Amici per sempre”

Pronto? Ciao Luisa”

Ciao Sergio, scusa se ti chiamo a quest’ora”

Non è un buon segno una telefonata a quest’ora della notte. Novità su Mario?”

Purtroppo non ce l’ha fatta…”

Sergio e Mario si conoscevano da quando erano ragazzini, stesso paese, stessa scuola, stesse botte. Poi però le loro vite si erano divise, Mario era diventato meccanico d’auto mentre Sergio riuscì ad entrare nel corpo dei vigili del fuoco.

“Ce l’hai fatta amico mio, sono proprio orgoglioso di te!”

“E’ stata dura, festeggerò con un bel viaggio”

“Ma ancora? Sei sempre in giro!”

“Io Mario non sono come te che hai messo su famiglia, a me piace viaggiare, sono figlio del mondo”

“Buongiorno, chiamo dall’ospedale, parlo con il Signor Mario?” “Sono io”

“La chiamo da parte del Signor Sergio, ha avuto un incidente e mi ha detto di avvisarla” “Arrivo subito”

“Ehi, cosa mi combini?” il petto di Sergio sul lenzuolo bianco sembrava ancora più vigoroso.

“Ciao Mario, sei qui… Sai, dovevo salvare delle persone intrappolate in un’auto finita nel canale, sono un eroe io” disse sorridendo e stringendo subito dopo i denti dal dolore.

“Ok, ok mi racconterai, ora cerca di riposare”

“Mi hanno detto che c’è un problema, che non potrò più camminare, ma sicuramente si sono sbagliati, puoi verificare per favore?”

“Lo farò” disse Mario stringendo la mano dell’amico.

Tornarono a casa dopo due mesi d’ospedale, Mario spingeva una sedia a rotelle.

“Finalmente a casa” disse Sergio.

“Ora vado a fare un po’ di spesa, ok?”

Tornò dopo circa un’ora , il suo amico non era dove l’aveva lasciato.

“Sergio, Sergio” non lo trovò neanche in camera da letto, poi sentì dal bagno il rumore dell’acqua.

Si avvicinò alla porta: “Sergio sei lì?” Nessuna risposta. La porta era chiusa dall’interno. “Sergio!” ruggì. Poi sfondò la porta. Sergio era dentro la vasca da bagno con entrambi i polsi tagliati, un biglietto per terra recitava: “Non sono fatto per l’esilio”

Erano passati tanti anni da quel giorno, Sergio aveva promesso a Mario che non avrebbe più fatto sciocchezze, questi da allora gli era sempre stato vicino rendendo ogni angolo della casa agibile alla sua limitazione e accompagnandolo ovunque avesse voluto; per merito suo, Sergio tornò ad amare la vita.

“Sentito che dicono alla TV? Noi vecchietti dovremo stare chiusi in casa per via di questo corona virus” disse Sergio con un nodo in gola.

“Non ti devi preoccupare di nulla, ci sono io, per ora ti faccio una buona scorta di birra e sarai a posto per mesi” risero insieme.

Dopo due settimane Sergio ricevette una telefonata inaspettata: “Ciao Luisa, come va?”

“Purtroppo ho brutte notizie, Mario ha contratto il virus, è in terapia intensiva, è grave ma non mi fanno stare con lui” e scoppiò a piangere. “Ok, tienimi aggiornato”. Da quel momento Sergio non mangiò e non dormì più.

“…e’ morto solo senza la sua famiglia accanto”

E’ terribile Luisa” E dopo una breve pausa: “Non ti preoccupare, ve lo saluto io, vado a finire un lavoro che avevo iniziato tanto tempo fa”