MACCARELLI Ercole

“Pagine bianche”

Agostino non ha mai tenuto un gatto, troppi in due nella tana

ne usciva per insegnare la diffidenza verso gli arbitri e gli esseri umani

si crogiola nella prigionia, eremita godente

peccato non possa raccontarlo

Akello si muove piano, al gigante la stanza sta stretta

la bicicletta rumorosa, nel sottoscala sostiene ragnatele

le dita da fonderia faticano a cambiar canale

cerca bei colori, parlano troppo in fretta in quel 18”

Aldo al bar era un’autorità

officiava beccaccini e indirizzava alla verità i discepoli

i western in TV sono pochi per la sua fame di majong

attende il settimo cavalleggeri per riprendersi il trono

Alexandru va a lavare vecchi

pedala al buio rasente i fossi

pronto a scavalcarli se incontra divise

lascia a casa i catarifrangenti e stacca la dinamo

Alfredo in giardino sta in mutande sullo sdraio, tanto le strade son vuote

mentre legge Tolstoj vede sfilare cavalli

svaniscono ai bip del telefono

lo tiene sul petto, cellulardipendente

Aliou di venerdì digiuna

era giorno di mercato, prima

in piazza tante brave persone generose e indaffarate

qualche spicciolo per dimenticarsi di lui erano un pasto abbondante

Antonio ha una tartaruga

non si è accorta che il giardino è più affollato e la strada è muta

non cambia nulla per chi convive con la tana

non conosce l’esilio, non brama una patria

Asad non sta più davanti al Conad a vendere sorrisi

ha raccolto una mascherina da terra, la laverà

spera con quella di tornare al suo mestiere

esercitando dietro l’angolo, rendendosi mimetico